30 Ago Perché tanti ritiri all’UTMB?
Sono uno di quelli che dicono che bisogna finire le gare. Essere finisher, magari con un crono infame, ma finire.
Eppure sono anche uno di quelli che si sono ritirati, senza infortuni a metà UTMB.
Potrei essere uno di quelli che io, a cose normali, considero un vero perdente.
Ovvero chi abbandona senza star male, senza essere fuori tempo, ma solo perchè non soddisfatto della prestazione.
Ora sono in quelle scarpe e la mia idea non cambia.
Alle gare bisogna arrivare alle fine. Nell’Ultra Trail la prova psicologica è anche nel saper andare avanti, resistere non ostante non stia andando come si crede. Anzi, quel traguardo vale più di una vittoria.

Vi racconto cosa ho imparato in questo mezzo UTMB.
UTMB è una gara diversa dalle altre distanze dell’evento di Chamonix.
Non è TDS o PTL o una delle altre gare.
UTMB è una gara pensata in tutto per tutto per essere eccellenza, a livello mondiale e a livello personale.
E’ un apice delle prestazioni. Da cui, talvolta, iniza un declino. E’ dove andare a cercare il best time per ogni ultra runner.
Questa deve essere la premessa.
Iscriversi all’UTMB significa preparare una ultra focalizzandosi sulla massima velocità ottenibile, sul massimo godimento derivante dall’adrenalina e dalla competizione.
La gara lo esprime in tutto:
una partenza spettacolare in un fiume di persone, l’essere costantemente in competizione sia tra i primi che tra gli ultimi, avere dei cancelli pensati per far tirare la gara.
Ma anche i ristori: musica alta, caos, installazioni led che ricordano un rave di strafatti. Copertura live di ogni punto, tifo assiduo e non si è mai da soli. In nessun punto della gara.
Il terreno è facilissimo, molti Ultra Runner della vecchia scuola lo farebbero in scarpette da strada. Si corre ovunque. Ogni centimetro è pensato per far girare le gambe. Come una gara di atletica.
Vorrei dirvi: che schifo.
Non posso farlo, perchè è la formula perfetta per quello che la gara ti sta chiedendo.
Dare il massimo delle tue capacità atletiche, superare te stesso e quanti più concorrenti possibile.
A Chamonix la PTL, la TDS la MCC e a Courmayeur il TOR, prima di essere una gara sono un viaggio, una sfida con se stessi. Sono gare dove chi è accanto è un compagno di viaggio e in cui spesso si taglia il traguardo insieme, anche a livello altissimo.
UTMB non è una gara dove fermarsi a respirare incantati dalla montagna. Non è una gara dove contemplare la solitudine ed il suono del proprio respiro. In UTMB si ascoltano i passi di chi si sta avvicinando.
Penso a runner sopra i 750 punti che anche quest’anno hanno fatto MCC, OCC, TDS con l’idea di preparare un TOR o reduci da altre gare. Mai avrebbero pensato di corricchiare un UTMB.

UTMB è un’esperienza meravigliosa, ma è una gara a cui presentarsi preparati e in cui si deve dare il massimo.
Per arrivare all’UTMB ci si deve preparare appositamente per un anno, si deve chiedere tutto al proprio corpo e alla propria mente, e varcando il finale quel risultato deve essere l’apice. Il meglio che si possa fare.
Ecco quindi il nocciolo della questione. UTMB è una gara in cui l’arrivare per arrivare ha poco senso. O meglio, ha lo stesso senso di una maratona fatta camminando.
Ecco perchè ho deciso di non “camminare una maratona”.
Quindi, dopo il Bertone appena intravedo una traccia di una vecchia PTL o di un Gran Trail di Courmayeur (ricordo bene), imbocco verso la Testa Bernarda e finisco la giornata non a testa bassa.
Mi sono presentato non pronto, non stavo andando come avrei voluto, e avrei dovuto tenere un occhio ai cancelli. Tutto questo sapendo che il risultato non sarebbe stato un apice, ma un pedice. No, non ha senso. Così mi sono ritirato con il sorriso e ripercorrendo dei sentieri amati.
Le mie conclusioni però forse possono essere uno spuunto di riflessione a chi sta guardando a Chamonix.
Forse mi iscriverò nuovamente, ma se lo farò dovrà per me essere la gara per me più importante dell’anno. Cosa che non era.
Se indosserò nuovamente il pettorale rosso sarà per dare il massimo, sapendo che di più non avrei potuto fare.
Tornando a Chamonix mi è venuta una gran voglia di PTL.
UTMB però mi ha messo di fronte al fatto che non sono pronto per gare veloci, e su questo devo riflettere. Da qui si riparte, aggiungerò qualche allenamento e garetta veloce, ma sicuramente resterò più attratto dal mondo delle gare lunghe, tecniche e meno tirate.
Alcune riflessioni su UTMB / UTMB World:
- UTMB è indubbiamente il Sommet Mondial du Trail. Al bando le polemiche, quelle possono esserci come possono esserci sui Mondiali di Calcio o sulle Olimpiadi. Loro restano i numeri uno. Piaccia o meno.
- Le gare di a Chamonix, sotto UTMB, non differiscono tanto per distanza e percorso ma per approccio di gara e preparazione. Se non vi piace quello che ho descritto in UTMB allora MCC, TDS e PTL sono gare a cui guardare.
- Le gare qualificanti per UTMB hanno dei cancelli e hanno un livello di competitività completamente diverso da UTMB Chamonix.
Per intenderci, ad esempio, le gare in Andorra e Val D’Aran sono durissime e molto più difficili di UTMB, ma hanno tempi e uno spirito più vicino a TDS. Le gare qualificanti 100 Miglia in Italia, Croazia, Austria danno gli stones ma non impongono il ritmo di gara necessario per fare bene, o arrivare alla fine, a Chamonix.
- Appossimazione plausibile: se ti sei qualificato per partecipare ad UTMB ma hai finito le gare di qualifica facendo fatica a stare nei cancelli, allora non hai speranza di finire UTMB. Chi mediamente si qualifica attorno alla metà della classifica delle gare qualificanti UTMB va a finire in quell 40% degli iscritti che sta attorno o sotto i 60 min dai cancelli e che andrà ad alimentare il un buon 90% del totale dei ritirati. Ho fatto questo calcolo solo ora, andandomi a studiare le classifiche e cercando nomi di runner che conosco.
In definitiva, gli stones non bastano, e averli non significa fare bene.
UTMB è l’Olimpo della corsa, dove ci sono i runner più forti del mondo e dove anche i runner meno forti possono vivere quel livello di competitività ed adrenalina. Bisogna volerlo e porlo come unico obiettivo, altrimenti è meglio iscriversi ad un’altra gara o distanza.
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