23 Apr Lavies Trail, varcare una porta ed affacciarsi su Nuovo Mondo
Lavies o in tedesco Leifers è un paesello alle porte di Bolzano, la citta della Süditorer Ultra Sky Race. Ed è qui che si arroccano le ultime vigne che fanno dell’Italia il paese del “buon vino”, gli ultimi vigneti che salgono su terrazzamenti sempre più ripidi da un verdissimo fondovalle, fino a scontrarsi contro i muri di porfido che la delimitano, quasi fosse un giardino da proteggere.
Un fondovalle torrido d’estate e gelido d’inverno, che da un lato conduce verso lo Sciliar e L’Alpe di Siusi, e dall altro, lungo l’angusta Val d’Ega, si apre sui maestosi panorami del regno di Re Laurino: il Latemar ed il Catinaccio.
E’ una destinazione che amo: una delle porte più belle sulle Dolomiti, il punto dove due mondi si incontrano e non si fondono mai, ma coesistono in un equilibrio perfetto di opposti. La pianura è interrotta da una montagna che sale ripida di anche mille metri di dislivello in poche centinaia di metri sentiero. Muri di pietra scura e boschi di querce e latifoglie dietro ai quali si cela la roccia bianca delle Dolomiti e le foreste di conifere, Abete, Larice ed in quota il Cirmolo.
Il Laives trail si tiene a fine Aprile, una scelta che rafforza ancora questo concerto di contrasti: quell’istante perfetto in cui si è già d’estate ma c’è ancora la neve, quando il verde intenso dell’erba è ancora striato da lingue di neve.
Il percorso è bello, non impegnativo, solo un tratto di circa 1 km di single track leggermente esposto ma molto ben tenuto, presidiato ed attrezzato. Per il resto la corsa si svolge su carrareccia e strade forestali, con varie sezioni in asfalto nella parte centrale.
Tre le distanze proposte: 11, 21 e 52 km.
La 21 e la 52 km condividono i primi 15 km di gara, dove si concentra praticamente tutto il dislivello percepito della corsa: semplificando al massimo, 1500 metri ascesa in 15000 metri di percorso. Una salita molto ripida ed impegnativa seguendo in parte il percorso della Via Crucis lungo la carrareccia del Sentiero 1 di Laives. Terminata questa sezione, la 21 km si getta in una discesa agevole verso l’arrivo. La 52 riprende a salire e varca la porta sulle Dolomiti iniziando ad affacciarsi da Nuova Ponente sul Latemar e regalando delle viste incredibili sul Corno Bianco da un lato e sullo Sciliar dall’altro.
Da qui in poi la gara è perfettamente corribile per ogni livello di runner e quasi interamente su strada o sterrato. Circa 35 km con poco più di 1100 metri di ascesa e circa 1300 di dislivello negativo. Questa architettura di percorso favorisce nettamente i concorrenti veloci, rispetto a quelli disinvolti sul terreno tecnico, consentendo una gara velocissima per la maggior parte dei partecipanti.
Un incontro unico tra le salite ripide ed il dislivello prima, con il falsopiano e la discesa dopo, tratti boschivi e dal sapore prealpino che si aprono su alpeggi e viste tipiche del Südtirol. Una partenza dove allenare il fiato alla salita, seguito da un 75% della gara dove lasciar andare le gambe.
Un periodo ed un tracciato che fanno di questa gara un’esperienza sensoriale fortissima: contrasti climatici e profumi fortissimi. L’odore balsamico degli aghi di abete scaldati dal primo sole e del legno appena tagliato. Gli animali che tornano al pascolo ed i fiori che già colorano i centri abitati.
Un Trail che come la località in cui si trova, potrebbe essere il perfetto ingresso nella stagione estiva e alle gare alpine. Il passaggio dai morbidi dislivelli ed i tracciati corribili tipici della stagione invernale, verso la bellezza alpina di cui godiamo nelle gare estive. Un percorso in gran parte scorrevole e con caratteristiche del terreno Pre Alpine o Appenniniche, con scorci e tratti tipicamente Alpini.
Dulcis in fundo il pasta party: rigorosamente a base di Knödel, i celeberrimi Canederli. Inutile spiegare cosa siano. Tutti lo sanno, chi non lo sa, se ne vergogni e corra subito in Südtirol ad assaggiarli.
Prima di tornare a casa è quasi d'obbligo fermarsi a fare scorta di Apfelsaft, il tipico succo di queste vallate
DETTO IN UN ORECCHIO ALL’ORGANIZZATORE, SENZA CHE CI SENTA NESSUNO
- Lo sappiamo che è una gara veloce, quasi tutti hanno tenuto un passo sostenuto, ma chi la intende finire in più di 6 ore e 45 ha bisogno di trovare anche del salato lungo il percorso. Suggerirei di far trovare a Nova Ponente e ad Aldino un po di Formaggio o pane o meglio ancora qualche fettina si Speck. Nel tratto condiviso con la 21 va aumentata la Coca Cola.
- Guardando il tracciato e conoscendo queste montagne non posso che fami cogliere dal desiderio di abbracciare il Latemar e salutare il Catinaccio. Oppure da Pietralba proseguire verso il Bletterbach per Obereggen e Carezza lungo l’altra vallata. Un giro che se fatto in autunno, percorrendo i sentieri in quota, darebbe un fortissimo carattere alpino alla gara. Potrebbe addirittura toccare anche i Labirinti del Latemar. Mantenendola in primavera, scegliendo strade più basse si darebbe un tracciato corribile, che in periodo estivo ed autunnale potrebbe risultare monotono ma perfetto per questa stagione. Un invito quindi a considerare una distanza maggiore, per una gara che ha un potenziale enorme ancora da esprimere. Benissimo quello che c’è e tante idee e potenziale per il futuro!
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