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Non leggere questo articolo se non sei un finisher LUT Lavaredo Ultra Trail!

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La prima edizione ha sempre un fascino unico, anche se si tratta di una gara dell’Ultra Trail più famoso d’Italia ed uno dei più fotografati del mondo. Un fascino ancora maggiore quando si tratta di un ritorno al passato, una prima edizione della Ultra Dolomites che di fatto è un ritorno alla prima edizione della Lavaredo Ultra Trail: sì, perché forse non tutti sanno che la Lavaredo Ultra Trail, la celebre “LUT” non è sempre stata di 120 km, ma ha avuto vari aggiustamenti nel corso degli anni, fino a giungere al format attuale con partenza ed arrivo a Cortina d’Ampezzo.

 

Solo due parole sui percorsi, tanto per farci un’idea di quel che parliamo, e poi vi racconterò cosa rappresenta, secondo me, la Lavaredo Ultra Trail nel panorama Italiano.

Ultra Dolomites

LE DIFFERENZE TRA LE GARE: Lavaredo Ultra Trail, LUT – Ultra Dolomites, UD – Cortina Trail

  La Lavaredo Ultra Trail parte ed arriva a Cortina d’Ampezzo, sviluppando 6000 metri di dislivello su 120 km. La Ultra Dolomites parte da Auronzo ed arriva a Cortina, sviluppando 4300 metri di dislivello su 87 km. Le due gare si sovrappongono dal 52 esimo km della LUT ed al 20 esimo circa della UD, all’altezza della Forcella Lavaredo. A parte i 30 km e 1500 metri di dislivello in più di avvicinamento della LUT, le due gare sono identiche. Ma vediamo in cosa differiscono le due parti iniziali. Lavaredo Ultra Trail: partenza alle 23, 30 km di piste ciclabili e forestali quasi interamente corribili e da percorrere di notte. Se si è mediamente veloci si superano anche le Tre Cime di Lavaredo con il buio. Ultra Dolomites: partenza alle 06, 12,5 km di ciclabile quasi piana e asfalto e circa 8 km di salita con i primi 1100 metri di dislivello. Personalmente preferisco la Ultra Dolomites, le Tre Cime si fanno con la luce e l’avvicinamento è più veloce, tagliando 30 km di piste forestali al buio. Ma io non amo i tratti scorrevoli dove far andare le gambe, quindi è una valutazione molto soggettiva.

Ultra Dolomites

IL TRATTO IN COMUNE

Dalla Forcella Lavaredo si scende poi a Landro: qui si gode la vista delle Tre Cime che tutti conosciamo. Alla fine della discesa una ciclabile, base vita Cimabanche ed ancora ciclabile. Sono gli ultimi 37 km di entrambe le gare, con la Val Travenanzes ed il tratto tra il Rifugio Col Gallina e la forcella Giau a costituire i tratto più impegnativo e suggestivo delle gare. Tratto che tra le altre cose costituisce la quasi interezza del Cortina Trail. In definitiva il Cortina Trail ha il tratto più tosto di LUT e UD ed avrebbe perfettamente senso per un neofita fare prima il Cortina Trail e poi guardare alle sorelle maggiori. Semplificando, la LUT è una Ultra Dolomites con 30 km di avvicinamento, ottima per chi vuole macinare km ed avvicinarsi alle gare sopra i 100, ma sicuramente meno indicata della UD per chi si vuole gustare un’esperienza Dolomitica più concentrata e senza avvicinamenti.

LA TIPOLOGIA DI GARA

Tutte le gare della Lavaredo Ultra Trail sono pensate per essere panoramiche, di facile accesso anche ai neofiti, ed estremamente veloci. C’è da correre. Molto da correre. Il terreno è quasi “autostradale”, tanto che alcuni la corrono in sandali, e si corre sui sentieri più battuti delle Dolomiti. Un buon 70% della LUT sarebbe percorribile anche con un passeggino off-road. Insomma, una gara bella, panoramica, impegnativa e ben organizzata e dove la velocità è protagonista.

L’EVENTO E QUELLO CHE SIGNIFICA PER NOI ITALIANI

Tutti sappiamo che la LUT è l’Ultra Trail italiano per eccellenza, quello che tutti conoscono e di cui si parla in tutto il mondo, come Cortina è la nostra Chamonix, così la LUT è il nostro UTMB. La Lavaredo Ultra Trail diventa quindi non solo una gara, ma un momento di incontro tra atleti di tutto il mondo, organizzatori e brand del settore trasformando così Cortina in un centro focale del trail italiano dove spesso più che per correre ci si ritrova per discutere, farsi fotografare e per dire “io c’ero”, “anche io ho fatto la LUT”.

E’ indubbio che questa manifestazione sia un’eccellenza Italiana e, come tutte le eccellenze, dovremmo esserne orgogliosi e sentirla tutti un po’ nostra, come una bandiera che con le Tre Cime di Lavaredo porta nel mondo la bellezza del nostro Paese e la qualità organizzativa.

E’ altrettanto indubbio che l’organizzazione sia buona e che tutto funzioni alla perfezione, ma fatte queste premesse c’è da dire che la LUT, pur rappresentando il l’Ultra Trail Italiano e la bellezza dei nostri monti, non rappresenta affatto, statisticamente parlando, il profilo delle gare di Ultra Trail sulle Alpi Italiane, Austriache, Svizzere, Francesi e Slovene.

Quello che troviamo, in termini di organizzazione e soprattutto di percorsi nella maggior parte delle altre gare, è ben diverso da quello che si trova a Cortina, come il concetto di “duro” e tecnico” assume a Cortina la stessa accezione di “sentiero facile e scorrevole” nella maggior parte delle altre competizioni Alpine.

Non siamo qui a valutare una gara come migliore dell’altra in base a questi fattori, ma è molto importante aver presente questi elementi, soprattutto se ci si è affacciati al mondo delle lunghe distanze in montagna da poco tempo.

Ciò non toglie che partecipare a questa gara è una grande sfida, in quanto se il terreno è più agevole rispetto ad altre gare, la velocità media dei concorrenti è maggiore e quindi lo sforzo finale per affrontarla con spirito competitivo è considerevole.

LA GENESI

A questo si deve aggiungere anche una considerazione sull’anzianità della Lavaredo Ultra Trail, che come all’Ultra Trail du Mont Blanc rappresentano la genesi dell’Universo Trail, una genesi avvenuta in un’epoca in cui era la strada la regina indiscussa della corsa e chi si avventurava sui sentieri senza pedule era considerato quasi un folle. Basti pensare che oggi una gara come La Lavaredo Ultra Trail è sponsorizzata da La Sportiva, uno di brand leader nelle calzature da Trail ed Ultra Trail e nota ai più proprio per le scarpe da trail. Quando è nata la LUT il brand La Sportiva era noto per le scarpe da trekking, da arrampicata e gli scarponi da sci, proprio perché il mercato del trail running era pressoché inesistente ed era costituito da un ibrido tra podismo ed escursionismo.

In questo scenario le gare di corsa in montagna venivano pensate con parametri diversi da ora: si cercava la velocità, la scorrevolezza e l’accessibilità. Non a caso la prima edizione dell’UTMB era poco più di una gara su strada.

E’ con il tempo, che il mercato si è evoluto, il consumatore (chiamiamolo il “trail runner”, se “consumatore” non vi piace), è divenuto adulto cercando sempre nuovi stimoli e percorsi sempre più lunghi ed impegnativi.

La stessa evoluzione che possiamo vedere nel mercato si osserva spesso anche nella vita del trail runner medio: da terreno facile e distanze brevi o dalla strada, ci si muove su fondi sempre più impegnativi e distanze maggiori.

 

La Lavaredo Ultra Trail è quindi uno dei pilastri del nostro universo trail, sia storicamente che dal punto di vista dello spirito e del design della gara, e come tale va considerato.

 

Alla LUT il livello tecnico degli atleti è mediamente più basso rispetto ad altre gare alpine, mente è più alto il numero di top runner ed atleti veloci. Un parterre, dall’inizio alla fine della classifica di runner più veloci ma meno esperiti di montagna.

 

Trovo che sia molto simpatico il LUT PRIDE di molti trail runner, ovvero l’orgoglio di dire “ho fatto la Lavaredo Ultra Trail”, un po’ come per un triestino il dire di aver partecipato alla Barcolana o per un Senese aver assistito al Palio. Eventi di grande rilievo, ma che non fanno di chi li porta a termine, nel primo caso un ultra trailer esperto e nel secondo caso un velista di pregio o nel terzo un cavallerizzo di prim’ordine. Per molti la LUT, come l’UTMB sono un vero status symbol, e francamente non ci vedo nulla di male. Anzi, come dicevo prima, dovremmo tutti essere orgogliosi di un’eccellenza Made in Italy.

 

Partecipare alla Lavaredo Ultra Trail è quindi una tappa che molti Ultra Trailer fanno, attratti dalle Dolomiti, dallo status di Finisher LUT o semplicemente perché conoscono solo quella.

Io stesso, che amo gare tecniche e meno veloci, io che amo avere percorsi poco segnati o dove ci sono più balise che culi da seguire, ho fatto sia a LUT che la UD. Le ho fatte e mi sono divertito.

Certo, per me è significato cambiare la mia strategia di gara, correndo molto di più rispetto alle competizioni che di solito scelgo, con anche il doppio del dislivello su distanze analoghe e terreno decisamente più tecnico, ma nel suo complesso è stata una bellissima esperienza, che prescinde dalla corsa in sé ma si estende a tutto l’evento.

Ultra Dolomites

In foto: runner intenti a togliersi le scarpe per meglio affrontare un guado

Se hai appena finito la LUT e questa rappresenta la punta di diamante del tuo curriculum di corridore, devi quindi aver ben chiare 5 cose:

  • Finire la LUT è si un’impresa, una grande prova di resistenza e di capacità sportiva. Non basta però a fare di te un esperto di corsa in montagna: sappi di aver corso sul terreno più agevole che si possa trovare sulle nostre Alpi. Il terreno tecnico è un’altra cosa.
  • Non hai corso lungo punti esposti o difficili: i segnali di pericolo giallo ⚠️ sul Road book della LUT potrebbero equivalere a degli smiley 😀sui roadbook di altre gare.
  • Facendo la LUT hai sempre corso con qualcuno attorno e anche se la gara non fosse stata segnata saresti arrivato alla fine semplicemente seguendo il sedere di chi ti sta davanti. O quasi. Nella maggior parte delle altre gare si può essere soli per lunghi tratti (intendo dire ore ed ore, chilometri e chilometri) e bisogna fare attenzione ai segnali non agli altri concorrenti e poi lamentarsi che la gara era mal segnata. Non a caso sono i meno esperti e quelli che vengono dalle gare affollate a salire in cattedra spiegando agli organizzatori come si traccia un percorso. Seguite le balise, non i culi.
  • L’organizzazione, il controllo ed il percorso della LUT garantiscono un livello di sicurezza e percezione della montagna ben diverso dal resto delle gare. Se le condizioni non sono perfette la gara viene deviata, sospesa o vengono fatti aggiustamenti. Quelle che sono condizioni avverse alla LUT, per altre gare possono essere condizioni ideali: penso ad esempio la presenza di neve sul percorso. Questo in buona sostanza significa che per affrontare simili distanze in montagna dovete sapervela anche cavare da soli ed alla LUT non siete mai soli. Il che per molti è davvero un bene, ma diventa una tragedia se poi si affrontano altre competizioni.
  • Non pretendete il livello di servizio, quantità di personale, strutture, allestimenti e logistica che trovate alla LUT dalle piccole gare. La Lavaredo Ultra Trail è un colosso da migliaia di concorrenti e 12 anni di esperienza. Nella maggior parte dei casi le gare di montagna sono più spartane, gestite da associazioni che lo fanno nel tempo libero, ma questo non necessariamente vuol dire minor qualità, vuol dire semplicemente che i soldi dell’iscrizione vengono usati solo per i servizi base, essendoci meno concorrenti e sponsor ad investire sull’evento.

 

Complimenti a tutti i finisher 2019! E un in bocca al lupo per chi nel 2019 non ha finito e riproverà nel 2020! Appuntamento a Cortina!

Panorami, foto e scuse per prender fiato

DETTO IN UN ORECCHIO ALL’ORGANIZZATORE, SENZA CHE CI SENTA NESSUNO

… dalla LUT c’è solo da imparare, ma se posso dire la mia….

  • Se possibile modificare l’orario di partenza della UD anticipandolo di 30 o 60 minuti in modo da diminuire la congestione sulla discesa per Landro e favorire gli albergatori di Auronzo, di fatto rendendo disagevole la partenza in bus da Cortina. Cortina è già satura!
  • Bello il giubbino finisher, gran qualità. E’ anche vero che i capi tecnici amiamo sceglierceli e comprarceli. Io avrei preferito una medaglia o un ricordo a fine gara, quello anche con il passare degli anni resta come bel segno della giornata. Tanto che sono certo che tra 10 anni non avrò più il giubbino, mentre il pettorale (io li salvo tutti) sarà ancora al sicuro in un cassetto.
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