Loader
 

“Prima di tutto la sicurezza!” – Sicurezza? Stocappero!

“Prima di tutto la sicurezza!” – Sicurezza? Stocappero!

Condividi

Era tempo che ragionavo sullo scrivere due righe riguardo agli annullamenti delle gare e alle considerazioni che si leggono online. Lo faccio ora. Dopo un weekend infausto e dopo una tragedia di cui non avremmo mai voluto leggere.

 

Purtroppo la situazione in Italia e nei paesi limitrofi è ben più grave di quello che potrebbe sembrare e rischiamo di andare verso una deriva che potrebbe, per compensare la scelleratezza di alcuni, portare a forti limitazioni nella possibilità di gareggiare per tutti.

 

Affrontiamo la questione da due prospettive. Quella del concorrente e quella dell’organizzatore.

 

Il concorrente.

Io stesso, come concorrente, più volte sono rimasto perplesso da alcune decisioni di annullamento e modifica del percorso. Quello che posso dirvi è che noi concorrenti non disponiamo MAI delle variabili necessarie a valutare la decisione di un organizzatore. Significa che non possiamo fare altro che prendere atto delle decisioni prese e tacere. Dall’altra parte però, nessuno dice che dobbiamo accettarle senza criticismo. Siamo liberi di indagare, informarci e fare domande. Facciamolo però a mente fredda, sbollita la delusione dell’accaduto e con tutti i dati disponibili.

Quando dico tacere, dico anche evitare commenti del tipo: “saggia decisione” – “la sicurezza prima di tutto” – perché questi commenti sono fuori luogo quanto quelli che criticano l’annullamento o la modifica. Non potete sapere se si tratta di sicurezza o di comodo, e creando un alone di intoccabilità attorno a tutto quello che si cataloga sotto “sicurezza” non fate che incentivare comportamenti scorretti da parte degli organizzatori. Sono troppi.

 

In definitiva: stiamo zitti ed osserviamo. Casomai, non iscriviamoci più a quella gara annullata.

 

L’organizzatore.
La forza maggiore.

L’annullamento è dovuto in caso di allerta meteo o di ritiro dell’autorizzazione da parte della Prefettura di competenza. Questo potrebbe avvenire non solo per il meteo ma anche per mancate condizioni di sicurezza o per la concomitanza di un evento che renda non sicuro che la manifestazione abbia luogo.
Ad esempio: rifacimento urgente di una strada, demolizione di un edificio, esercitazioni militari, contaminazioni, inquinamento o questioni di sicurezza per la popolazione.

 

Insomma, in questi casi c’è poco da fare. La manifestazione non si può e non si deve fare.

Sbaglia un organizzatore che dice:

“ci sono due scuole di pensiero: o si fa e si rischia o si annulla”

Non è una “scuola di pensiero” è una prescrizione di legge.

Si pensi al semplice caso di allerta meteo: sia la Protezione Civile che il 118 ed il Soccorso Alpino vengono allertati per intervenire in caso di bisogno. Sarebbe demenziale aggiungere a questo possibile bisogno derivante da avverse condizioni meteo, un intervento causato da un concorrente. L’allerta meteo implica che tutto il dispositivo di sicurezza deve essere disponibile per gestire l’allerta meteo, appunto, e non la gara di corsa o di mountain bike.

In questo caso l’organizzatore serio posticipa la manifestazione alla prima data disponibile o rimborsa le quote, in alternativa.

 

Tutti gli altri casi.

Nel caso in cui le condizioni siano pessime ma non sussista un’allerta meteo allora l’annullamento è in capo all’organizzatore. Ecco, qui ci sarebbe da discutere, molto e valutare caso per caso. In linea generale possiamo dire che un organizzatore dovrebbe aver pronto sempre un piano per gestire il caso in cui le condizioni siano avverse ma non tali da generare allerta meteo. Questa potrebbe essere l’estensione del Piano di Sicurezza in cui si dovrebbe prevedere annullamento della gara durante il corso dell’evento e prevedere le possibili vie di fuga.

 

Riassumendo:

  • Viene revocato il permesso o c’è allerta meteo: manifestazione annullata senza colpa o merito dell’organizzatore.
  • Manifestazione annullata o modificata in altre condizioni: scelta dell’organizzatore.

 

Ça va sans dire che un bravo organizzatore dovrebbe avere sempre un piano B in modo da poter dar luogo alla manifestazione anche nella peggiore delle condizioni meteo che non costituisca caso di allerta ufficiale.

 

Quello che ho visto succedere in questi anni è a dir poco raccapricciante. Da un lato ci sono organizzatori seri che investono molte risorse in sicurezza e si trovano colpiti e messi in croce da delle tragedie di cui non hanno nessuna colpa. Dall’altro ci sono dei veri e propri “pirati del trail” che organizzano eventi senza nessun riguardo alla sicurezza e sperando che tutto vada liscio. O alla peggio annullando. Sono moltissimi.

Leggo più commenti a favore degli sconsiderati che annullano per comodo o si comportano in modo scellerato, che degli organizzatori che fanno scelte poco popolari ma che sono mirate alla sicurezza.

 

Le cose da temere maggiormente sono l’atteggiamento amichevole e bonario: “siamo una piccola organizzazione” – “facciamo le cose tra amici” – “ce la mettiamo tutta”.

La vita delle persone ed il rispetto della legge non sono “cose tra amici”.

Andatelo a spiegare alla vedova e agli orfani.

Se non ci sono alternative è giusto usare un furgone come ricovero in attesa di evacuazione. Scorretto accendere il motore e partire lungo una strada di montagna, di notte con il maltempo. Se qualcuno si fa male? Semplificando al massimo: l’assicurazione non paga ed conducente va in galera.

Organizzare una gara è una responsabilità enorme e non si possono evacuare i concorrenti in un furgone merci lungo strade di montagna con il cattivo tempo. Non si può far partire una gara con un’allerta meteo in corso. Non si può annullare una gara perché non si ha un piano di sicurezza.

Essere persone simpatiche, piene di volontà ed amichevoli non significa essere in grado di gestire la sicurezza.

 


Sì perché molte volte che una gara viene annullata  perché semplicemente gli organizzatori non hanno pensato a come gestire la situazione. E’ brutto? Si annulla!


 

Un atteggiamento virtuoso ed esemplificativo è quello del Trail del Montesoglio. Percorso con una sezione in cresta in un periodo soggetto a temporali e fulmini. Hanno sempre pronto un percorso non esposto, più basso, da attivare immediatamente in caso di condizioni avverse. Fatto sta che è una gara in cui poche volte capita di fare il percorso integrale, ma in cui le condizioni di sicurezza vengono rispettate, rispettando anche la volontà dei runner.

Lo stesso dicasi per quanto avvenuto alla Trans D’Havet nel 2018. Maltempo improvviso e gestione istantanea dell’emergenza con deviazione del percorso.

Ed anche I casi virtuosi sono tanti e molti ancora ne potrei citare, per fortuna.

 

Creare un dispositivo di sicurezza, formare i volontari, predisporre le comunicazioni è un lavoro importantissimo e di grande difficoltà. Come grandissima è la fatica richiesta dal prevedere vie di fuga ed opzioni alternative in caso di maltempo. Questo lavoro è la “sicurezza”. Formazione ed informazione del concorrente sono “sicurezza”.

 


Non è sicurezza dire “annullo la gara”– Anzi, annullare la gara spesso è sinonimo dell’esatto contrario, ovvero che non esisteva un piano B, non esisteva un dispositivo in grado di gestire le emergenze, e quindi si annulla tutto.


 

Per assurdo il concorrente è più tutelato nel fare una gara in cattive condizioni meteo, con un’organizzazione competente che ha predisposto indicazioni e percorsi adeguati, che partecipare ad una gara con bel tempo ma senza tale dispositivo. Certo, perché in montagna il tempo può sempre cambiare. Penso al Trail dei Tre Castelli, il fulmine in quel caso è caduto quando a valle c’era il sole e senza che ci fosse alcuna allerta in corso. In molti hanno crocefisso l’organizzatore, perché una vittima genera sempre tristezza. Ma una vittima non implica necessariamente la presenza di un colpevole. In quel caso, come in molti altri l’organizzatore aveva agito nel massimo della sicurezza e della professionalità. Si è trattata di una tragedia.

Quindi anche qui, per quelli che commentano: “ma non sarebbe il caso di non far partire le gare in caso di maltempo” – No, non è possibile, perché significherebbe annullare più della metà delle gare e senza nemmeno avere una certezza di sicurezza. Il tempo in montagna può cambiare in qualsiasi momento e le condizioni possono essere molteplici. Caratteristica intrinseca di questo sport è il rischio: rischio di un fulmine, rischio di scivolare con una bellissima giornata, rischio che si stacchi un masso, rischio che cada un albero durante una tempesta di vento, rischio di essere travolti da una slavina o una piena. Eccone alcuni. Fa parte del gioco, e noi che frequentiamo la montagna dobbiamo sapere come comportarci ed applicare le regole di sicurezza. Ed anche applicando le regole non siamo del tutto al sicuro.

Oltre ad accettare il concetto di rischio, accettiamo anche il concetto di tragedia, ovvero che a volte le disgrazie possano accadere senza che ci sia un colpevole da puntire. 

 

Se siamo in una zona esposta ai fulmini, ad esempio, non è indicato usare i bastoni e tanto meno procedere su terreno esposto. Ancor meno accanto a specchi d’acqua dove siamo noi il il punto più alto, o meglio lo è la nostra capoccia. Non è compito dell’organizzatore dire che dobbiamo fermarci e metterci al riparo. E’ compito dell’organizzazione avvisare della presenza di tali tratti ed indicare il comportamento adeguato da tenere, poi è cura nostra seguire le indicazioni che ci vengono date e fare le valutazioni sul momento.

 

In tutto questo c’è lo schifo degli organizzatori che giocano con la nostra vita, fregandosene delle regole base di sicurezza e spesso raccogliendo il consenso delle persone. Altri, con scelte impopolari attraggono il disappunto. Discernere gli uni dagli altri è davvero difficile. Io spesso, non disponedo di tutte le informazioni, non sono in grado di valutare e quindi evito di esprimere giudizi.

 

Stiamo zitti ed evitiamo di incensare o crocefiggere gli organizzatori per questo tipo di scelte.

  • Iscriviamoci alle gare che prevedano un piano di sicurezza.
  • Iscriviamoci alle gare dove vengono fatte comunicazioni scrupolose sul materiale obbligatorio.
  • Iscriviamoci alle gare dove vengono date informazioni precise sul percorso.
  • Iscriviamoci alle gare dove vengono fatti controlli ed applicate le squalifiche.
  • Iscriviamoci alle gare dove esiste un roadbook dettagliato e preciso.
  • Iscriviamoci alle gare dove c’è un “piano B” e non dove se non si sa cosa fare si annulla.
  • Iscriviamoci alle gare dove vedete la faccia dell’organizzatore e questo risponde alle domande.

Ecco non possiamo avere la certezza che vada tutto liscio, ma almeno sia noi che gli organizzatori avremo fatto tutto il possibile.

Condividi










Inviare
No Comments

Post A Comment