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Quando la delusione è paura, viaggio lungo la 100 miglia d’Istria

100 miglia d'Istria su sentieri noti, verso una meta ignota

Quando la delusione è paura, viaggio lungo la 100 miglia d’Istria

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Tra i “sentiero uno” a me più cari, c’è quello che attraversa senza una logica apparente tutta la Slovenia.

La Slovenia è una vera e propria ragnatela di sentieri, generalmente marchiati con un bollino rosso, ma senza particolare numerazione o criterio.
Ogni zona ha le sue tracce, i suoi itinerari e le sue strade.
A questi si aggiungono le strade forestali, usate dai taglialegna, e quelle dei contadini: spesso la carta topografica è del tutto inutile, l’esplorazione e l’esperienza diretta restano i modi migliori per conoscere questa terra.

Fa eccezione il numero UNO, che è l’unico segnato in modo chiaro e inequivocabile. Lo si incontra in ogni regione, o quasi.

In Slovenia, infatti, il numero UNO è l’unico numero, e sta ad esprimere il sentiero più bello di una determinata area.

La 100 Miglia d’Istria, nasce da questo presupposto: unire il sentiero uno e portare i concorrenti da un capo all’altro della penisola, dal mare alle montagne per poi ritornare al mare. Una gara organizzata da un gruppo che conta su di un background escursionistico, più che del runner da catrame, e quindi concepita con una visione alpinistica.

La mia esperienza risale alla prima edizione, nel 2013, che ha riassunto perfettamente lo spirito e l’aspra bellezza di queste terre, con dei passaggi che avrebbero fatto impallidire il trail runner abituato alle gare super assistite che troviamo in Italia: lunghi passaggi in nevai non annunciati (partenza e arrivo con sole e 28° si intervallano a caldi di temperatura attorno allo zero), guadi di cascate esposte ad un salto di 40 metri, creste scivolose ed esposte, ristori ed assistenza ridotti al minimo. Per non parlare di alcuni passaggi a pochi metri da delle foibette, per niente segnalate.
Insomma, la natura e la montagna come sono sul serio, e non come spesso vengono trasformate da chi gioca a fare il trail runner in canottiera e senza zaino.

Grato per questa bellissima esperienza, decido che non la avrei più corsa.
E’ stata bella così, perfetta. Rifarla sarebbe sporcare il ricordo. Così nel 2014 non partecipo.
I racconti che mi giungono sono di un percorso molto più scorrevole e epurato da tutti quei passaggi “troppo rischiosi”. Me lo aspettavo e mi compiaccio di non aver partecipato.

Ma il richiamo dell’Istria, della forza di queste terre dure e impietose è stato troppo forte. Mi iscrivo all’edizione del 2015.

Percorrere una strada senza sapere dove porterà esattamente, significa proprio questo. Il tracciato è noto, le 100 miglia sono una distanza che non fa paura, il terreno Carsico è casa. Eppure la scoperta e l’avventura sono pari a quelle che prova chi si avvicina alle lunghe distanze o a questi terreni per la prima volta: pensa di sapere benissimo che persona è alla partenza e dove sta andando, ma all’arrivo, allo specchio vede qualcuno di completamente diverso con una nuova o rafforzata volontà.

Il non voler ripetere l’esperienza per rischiare di rovinare un ricordo perfetto, è solo paura, la paura di non affrontare un possibile cambiamento, proprio laddove ci si è sentiti più forti e a proprio agio.
Un ottimo motivo per farlo.

100 Miles of istria 2013 , CP 30

“La vera chicca è stato il CP30, alla fine, bello stanco: discesa di 150 metri di dislivello in 100 metri, fattibile solo grazie a corde in acciaio con cui calarsi nel fondo di una gola dove ben nascosto, sull’orlo del precipizio il controllo 30 appena accanto ad una cascata. Per arrivarci? guado lungo il fronte della cascata (con salto vuoto di 40 metri sotto) con il solo aiuto di una corda. Il tutto alle prime luci dell’alba”

per approfondire

100 miglia d’Istria su sentieri noti, verso una meta ignota

“I check point spesso sono semplici pinze da orienteering con cui punzonare un cartellino, ben lontano dai ristori che siamo abituati a trovare alle gare nostrane”

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2 Comments
  • Stefano Toffoli
    Posted at 14:31h, 14 Ottobre

    Le 100 miglia dell’Istria si svolgono tutte in Croazia e non Slovenia.

    • Tommaso de Mottoni
      Posted at 14:53h, 14 Ottobre

      “Tra i “sentiero uno” a me più cari, c’è quello che attraversa senza una logica apparente tutta la Slovenia.”
      “La Slovenia è una vera e propria ragnatela di sentieri, generalmente marchiati con un bollino rosso, ma senza particolare numerazione o criterio.”
      “In Slovenia, infatti, il numero UNO è l’unico numero, e sta ad esprimere il sentiero più bello di una determinata area.”

      Che la 100 miglia d’Istria si svolga in Croazia non abbiamo dubbi. La ho percorsa 2 volte e ho percorso quei sentieri per anni. Anche con qualche sconfinamento non voluto e rischio di arresto. L’Istria è sia slovena che croata e io ho citato la Slovenia parlando di SENTIERI e convenzioni che in Croazia non sempre valgono. In Croazia infatti, accanto al Bollino Tondo di cui parlo appare anche il classico marcavia rosso e bianco rettangolare, come quello del nostro CAI.

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