09 Lug Rosengarten: non vederlo è come vivere a Napoli e non aver assaggiato la pizza.
Scrivere della Rosengarten Schlern Skymarathon è per me come scrivere di casa. Il Passo di Costalunga è stato la mia meta di vacanza per quindici anni e su questi sentieri ho iniziato a camminare e poi a correre. Su queste montagne ho imparato ad esplorare ed è nato il mio amore per la montagna. Nei primi anni novanta, quando non si parlava ancora di trail e le scarpe erano quelle da ginnastica o le pesanti pedule, ricordo di aver distrutto un paio di “Lotto” nuove fiammanti scendendo dai ghiaioni delle Cigolade, proprio dove passa la Rosengarten. Ogni passo è un ricordo, un percorso che potrei fare ad occhi chiusi.
Così, decidere di riviverlo con una gara è stato un rischio: una competizione che non valorizzasse il Catinaccio, male organizzata, avrebbe potuto essere una grande delusione. O peggio ancora, tornare ed avere una percezione diversa, non bella, avrebbe potuto rovinare dei ricordi bellissimi. Bisogna vivere, andare avanti, e così mi sono iscritto alla seconda edizione della Rosengarten Schlern Skymarathon, pieno di aspettative e con qualche timore.
La gara ed il giro in autonomia
La gara parte ed arriva a Tires (in due località distinte), un paesino sopra Bolzano, cinto tra il Catinaccio, il Latemar e dal massiccio dello Sciliar: un affaccio su tre mondi stupendi e profondamente diversi. Il percorso fa un giro completo del Catinaccio, dando un assaggio dello Sciliar che si riconosce dalla roccia più scura e dalle terre rosse, ed affacciandosi sul Latemar in tutta la sua prima parte. I chilometri dichiarati sono 44,7 con 2950 D+, da un file GPX che taglia quasi tutti i tornanti sulle salite, quindi la distanza effettiva è di 47 km con pari dislivello. E’ un giro con tantissimi rifugi e lungo sentieri anche molto affollati, e anche volendolo affrontare in completa autonomia si trova un rifugio o una malga circa ogni 5 km, i sentieri sono a tratti ripidi ma non presentano alcuna difficoltà tecnica, con lunghi tratti panoramici e molto corribili. Per chi volesse affrontarlo in modalità “camminata veloce” il giro completo è fattibile in 12/13 ore, quindi sempre in giornata. Volendo prendersela molto comoda si può fare tappa al Rifugio Vajolet o meglio ancora, se c’è posto, al Passo Principe e spezzare il giro in due giornate di camminata.
Possiamo vivere questo giro come un viaggio in tre pianeti: la terra, la luna ed il sole.
La terra
Tutta la prima sezione fino al rifugio Roda di Vael è caratterizzata da una lunga salita da Tires lungo i boschi di abeti che hanno ispirato tante leggende sui folletti e gli spiriti che vivono queste montagne, sentieri in morbida ascesa intervallati da tratti di strada forestale conducono fino al Rifugio delle Coronelle, dove si apre un tratto di graduali saliscendi, quasi pianeggiante a mezzacosta che passa sotto il Catinaccio regalando una vista unica sul Massiccio del Latemar poi e sul Corno Bianco e Corno Nero prima. Ottima anche la scelta del sentiero, quello più alto, saltando il rifugio Paolina ma restando comunque su uno dei sentieri più trafficati delle Dolomiti, che è comunque ben transitabile, in quanto lo si affronta di prima mattina.
La Luna.
Dalla Roda di Vael, prima per il passo delle Cigolade e poi per il Passo Principe e Molignon, si attraversano le ripide vallate dove la bianca roccia dolomitica è protagonista. Ghiaioni fini e qualche nevaio, in cui si corre bene anche in discesa, traversi mozzafiato e ripide salite verso il passo successivo. Il bello di questo tratto è che ad ogni passo si apre una vallata e si ha di fronte ed alle spalle la visuale su tutto il cammino. Ed è proprio questo tratto che mi ha regalato una delle esperienze più belle della gara: tra il Passo Principe ed il Passo Molignon. Una vista del tutto lunare, profonda e ripida. Si scende lungo un nevaio e si è investiti dall’aria fredda e dall’odore della roccia. L’odore inconfondibile del calcare bagnato. Qui due suonatori trasformano l’intera conca in una sala da concerto. Un’acustica incredibile. Il suono è forte, nitido e sembra provenire dalla montagna. Musiche di montagna, composte e suonate da chi ne ha colto l’essenza. Nei momenti di silenzio si crea un’atmosfera magica. Ed io me ne frego del cornometro e mi fermo a contemplare la bellezza del paesaggio e ad ascoltare la musica. Un’esperienza sublime (Ascoltatelo ad alto volume, purtroppo il suono dei passi rovina l’effetto).
Il sole
Scavallato il passo Molignon ci si dirige verso il massiccio dello Sciliar, la roccia cambia colore, prati verdi e pascoli in quota in cui il verde dell’erba contrasta con il rosso della terra, rendono questo tratto molto veloce e gradevole. Una sezione molto aperta e luminosa, dove la vista spazia sempre a trecento sessanta gradi, fino a tuffarsi nella “Gola del Diavolo”, una suggestiva gola dove si corre su una passerella sopra un torrente, per poi risalire gradualmente sul Monte Cavone ed incontrare i verdi pascoli sopra Tires.
Un viaggio meraviglioso nelle Dolomiti di Re Laurino con alcuni degli scorci più belli dell’intera Catena Alpina, ma anche un tracciato che dal punto di vista tecnico può dirsi perfetto per chi vuole correre. I tratti in salita sono perlopiù dolci e corribili, tranne le salite alle Cigolade, Passo Principe e Molignon. Non ci sono tratti significativamente esposti o impegnativi dal punto di vista tecnico: in buona sostanza la Rosengarten è un vera Skymarathon, ma senza difficoltà tecniche di rilievo e con una fortissima componente panoramica.
Devo essere obiettivo. Credo sia la più bella gara delle Dolomiti, che di gran lunga surclassa le gare che puntano tutto sulle trite e ritrite Tre Cime di Lavaredo.
Il punto reale è: quanti chilometri è lungo il percorso e quanti di questi chilometri sono belli e spettacolari? Gare come la Dolomiti Extreme, la Sudtiroler Ultra Skyrace e la Rosengarten Schlern Skymarathon puntano proprio su questo concetto: non si rifanno ad un cliché, su una attrattiva unica, ma costruiscono un percorso che è godibile dal primo all’ultimo passo.
La Rosengarten Schlern Skymarathon è una gara da fare. Chi non potesse farla, deve, ripeto DEVE, almeno fare in uno, due o tre giorni il giro del Catinaccio. Insomma, un must: come vedere l’Empire State Building a New York, Le Tre Cime di Lavaredo o il Colosseo a Roma.
Nota tecnica sulla gara. La Rosengarten Schlern Skymarathon è una Skymarathon ed ha il pubbico delle Skymarathon e dei Vertical. Non quello degli Ultra Trail. Questo significa tempi medi molto più bassi delle Ultra, età media più bassa e cancelli relativamente stretti. Non è una gara che può essere fatta camminando veloce.
Distanze ed info Utili
Il sito della gara è http://www.skymarathontiers.it/ e propongono due distanze, da 44 e 35 km.
In allegato i loro GPX ufficiali: GPS-GPX-Rosengarten del 2018
Per chi volesse fare il giro in autonomia basta seguire i sentieri da Tires alla malga Haniger, malga Haniger Schwaige, Rifugio Coronelle, (Paolina), Rifugio Roda di Vael, Vajolet, Rifugio Passo Principe, Rifugio Alpe di Tires, Rifugio Bolzano e Rifugio Monte Cavone.
DETTO IN UN ORECCHIO ALL’ORGANIZZATORE, SENZA CHE CI SENTA NESSUNO
Complimenti ancora per il percorso. L’organizzazione, il pasta party ed i servizi più che adeguati anche se essenziali. Impeccabile la sicurezza e l’assistenza lungo il percorso. Davvero senza margini di miglioramento in quanto già al top.
- Tantissimi punti di ristoro ed approvvigionamento lungo il percorso ma tutti con: Sali, acqua, Coca-Cola, mele, banane, biscotti da discount e cracker a risparmio. Suggerirei almeno 1 o 2 punti con un po’ di salato, dello speck, formaggio o meglio ancora un brodo che in caso di tempo non perfetto sarebbe molto gradito. Per chi conclude la gara sopra le 6 ore un po’ di salato serve. Trovo assurdo usare dei crackers da discount quando avete Näckler come sponsor e regalate nel pacco gara i suoi Schüttelbrot. Via i Crackers ed avanti agli Schüttelbrot!
In generale consiglierei un po di prodotto tipico ai ristori. Ma sono piccolezze. - La giornata era strepitosa e le docce miste “all’aperto” con smutandamento sul sagrato della chiesa mi sono piacute ed erano divertenti e goliardiche. Ora posso dire di essere stato nudo nel giardino della chiesa (senza essere un giovane Chierichetto, passatemi la battutaccia), ma in caso in maltempo andrebbe studiata una soluzione più “stabile”, anche per il pasto a fine gara.
- Inoltre valuterei se rendere la competizione accessibile non solo agli skyrunners e dando a molti ultra trailer la possibilità di godere della bellezza di questo viaggio, aggiungendo 1h30 al cancello del passo Principe 3 ore al tempo massimo. Io stesso, pur restando tra le 2 e le 3 ore entro i tempi massimi non posso dire di essermela presa con calma. Ma questa è una scelta vostra: restare una competizione per chi “tira” oppure affacciarsi anche a chi ha ritmi meno serrati?
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