02 Set Tor des Geants: come fregare i “Giganti” e farla franca!
Su 330 chilometri, ripartire per una salita ripida ed una discesa sassosa con scarpe asciutte e calzini lindi, può significare non massacrarsi i piedi e pagarne le conseguenze nei duecento chilometri successivi. Il cibo perfetto, l’attrezzatura ideale, il supporto costante fanno una differenza enorme, ma trasformano una gara come il Tor non in una gara di endurance ma in una corsa a tappe.
I sette punti che riporto sono frutto di osservazione diretta, e anche se possono sembrare al lettore di scarsa importanza, in un contesto di gara come il Tor des Geants possono fare una differenza enorme, cambiando radicalmente il senso dell’intera esperienza competitiva.
Con un supporto esterno presente e constante il concorrente si focalizza sul dare il massimo fisicamente, sapendo che chi lo aiuta è pronto a fronteggiare gran parte delle incognite esterne. Ecco quindi il concetto alla base dell’Atletica Leggera, e non dell’ Outodoor Endurance.
Vi ripropongo, con alcune piccole modifiche, questo mio articolo pubblicato su Spirito Trail dopo l’edizione del 2014. Alla fine del pezzo mi rivolgevo direttamente al Direttore di gara e brontolona Mascotte (detto con affetto), Alessandra Nicoletti, nota ai più per il suo carattere irruento e per non sottrarsi mai alle polemiche. Lei stessa di definisce, con orgoglio, arrogante.
La promessa di madame le President, per il TOR 2015 è quindi di avere un TOR che sia meno viaggio e meno un momento di sfida con se stessi, come molti lo vivono ora, ma di più come competizione sportiva pura – tuona la Nicoletti – “è che il TOR è una competizione sportiva e quindi ha delle regole che vanno rispettate da tutti.
L’etica sportiva deve essere il cavallo di battaglia di tutti coloro che amano il TOR, siano corridori, organizzatori, volontari, spettatori o semplici curiosi.”
E con questa dichiarazione di intenti che “Madame” si distacca da quello spirito fortemente radicato nella mentalità dei senatori del TOR, dei valdostani e di coloro i quali non vedono il Tor des Geants come una gara, ma come un viaggio, e di conseguenza ritengono ammissibile e normale assistere i propri amici lungo il percorso.
Fu proprio un atleta di alto livello ad accusare la Presidente di “non avere spirito sportivo”, parole che a dir suo la hanno molto ferita e fatta arrabbiare. Ecco quindi la reazione diretta nel senso opposto che adatta lo spirito della manifestazione ai valori dell’atletica leggera, piuttosto che a quelli del viaggio in montagna.
Ma veniamo ai “sette trucchi” che molti adottano durante il TOR e che possono costituire un fattore di successo rispetto a chi non vi ricorre.

Valdostano ``Passepartout``
Il ragazzo al centro non era iscritto ma ha corso 60 km di TOR con i suoi amici.
1) Paura di non essere estratto alla lotteria? Iscrizione troppo costosa? Fai iscrivere un Valdostano e poi corri la gara con lui, usufruendo liberamente di servizi, ristori e persino dell’infermeria. Nessuno dirà nulla. Unico lato negativo: rischio di litigio all’arrivo per chi avrà la maglia di finisher.

Fidanzata ``Strategica``
Nel cerchio la fidanzata con zaino e cambio, nel riquadro il vestiario degli altri concorrenti
2) Come non correre infangati e infreddoliti evitando di spartire pochi centimetri quadrati accanto alla stufa del rifugio: munisciti di fidanzata avvenente dalla bionda capigliatura fluente, che con zaino da 40 litri porta un cambio completo al primo ristoro. Una bella scarpa appena uscita dalla scatola e un calzettone bianco ti faranno sembrare come un manichino della Salomon, mentre gli altri avranno un look da soldato di trincea. Gli ispettori di gara ti sorrideranno e saluteranno cordialmente.

Bolla di sicurezza
Mantenere il passo constante è fondamentale!
3) Come non perdere il ritmo e non essere infastiditi da sorpassi o rallentamenti di altri concorrenti: su salite dure come il Loson, mantenere un ritmo costante è fondamentale, come capita spesso che si debba cedere o chiedere il passo. Che fastidiosa abitudine! Meglio creare una “testa di sfondamento” costituita da amici, che in perfetta formazione d’assalto precedono e seguono il corridore con pettorale, pretendendo il passo o rallentando e intasando il sentiero. Al centro di questa bolla di sicurezza, che nemmeno Obama sfoggia mentre fa jogging, l’iscritto può correre liberamente senza intralci.

la borsa gialla non basta!
La borsa gialla? Solo per i deficienti! Meglio farsi portare le cose dagli amici!
4) Come avere uno zaino sempre leggero e far entrare tutto nella piccola borsa gialla alle basi vita: sette basi vita, sette cambi, cibo e magari sette paia di scarpe se diluvia. Nella borsa a fatica se ne infilano due paia extra. Nessun problema. Gli amici si muniranno di apposito container e squadra di traslocatori che ad ogni base vita porteranno l’assortimento completo di: un negozio di alimentari, uno super store di Trail Running e un punto vendita di integratori e alimenti per lo sport.
Inutile poi fare la fila per ritirare la borsa gialla. Eviti così di mettere dentro la roba sporca o bagnata! La roba sporca che fine fa? La ritroverai fresca e profumata alla prossima base vita!

Una settimana di vacanza
Accompagnatori a sedere, concorrenti in piedi!
5) Tor des Geants. Una settimana di vacanza gratis per tutta la famiglia! Come giustificare il TOR ai propri cari? In buona sostanza ti stai prendendo una settimana di vacanza da solo e loro a casa ad aspettare. Sentiti in colpa! Vergogna! Giammai! “Venghino famiglie numerose, venghino!”, “Dalla Spagna fino a Roma, si accomodino! Cibo a volontà, rifugi caldi, e una branda per un sonnellino, ma anche docce sempre a disposizione.”
Non importa se poi chi corre con il pettorale deve aspettare per la doccia, non ha posto a sedere o deve aspettare che la pasta sia servita alla grassa signora spagnola che fuma puzzolenti sigarette. I responsabili dei punti di ristoro? Accoglieranno famiglie e scrocconi con lo stesso calore e simpatia dei concorrenti. Al TOR tutti sono trattati allo stesso modo. Nel senso letterale del termine! (foto 1716 e 1645)

Essere sempre vestiti nel modo giusto!
Cambio pit-stop
6) Come scegliere sempre l’abbigliamento perfetto per ogni tratta: per molti trailer la scelta dello zaino o del vestiario è simile a quella che fa una “fashion victim” per prepararsi alla settimana della moda a Milano. Un incubo decidere cosa mettersi! La gara è anche una sfilata, lo stile conta! Soluzione: gli amici preparano vari zaini “et voilà”, cambio al volo durante la corsa. Inutile aspettare una base vita o un ristoro.

``Menu à la carte``
Intollerante ai latticini? No problem!
7) Come avere un menù personalizzato per celiaci, intolleranti al glutine o semplicemente estremisti puristi dell’alimentazione? Che schifo quei vassoi dove centinaia di runner sudici mettono le mani, che nel caso migliore sono sporche di fango, sudore e urina. Ore 1.00 am, il gracchiare di un walkie talkie rompe il silenzio del bosco prima della base vita: “Trottolino, mi copi?” – “si tesoro!” – “bene allora vuol dire che sei vicino, ti preparo il riso e le patate lesse, vuoi anche il brodo?” – “no tesoro, va bene così” – “ ci vediamo tra poco, siamo parcheggiati alla quarta casa dopo la base vita” . Cosa insegna questo dialogo? Tre cose: 1) ricordati di essere sempre un “trottolino”, possibilmente anche “amoroso” 2) munisciti di walkie talkie 3) portati dietro una “fidanzata schiava”.
L’edizione del 2015 del Tor des Geants dovrebbe rappresentare quindi lo spartiacque tra quello che è nato come un viaggio lungo le Altevie della Val D’Aosta con lo spirito di arrivare alla fine rendendo omaggio ai re delle nostre Alpi, in una vera e propria competizione sportiva, importata sulla performance del gesto atletico, quasi a voler dar forza alle posizioni di ITRA e IAAF che sembrerebbero voler portare il trail running sempre più vicino all’atletica leggera rispetto all’alpinismo. Ma per questo non c’era già l’UTMB?
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